James Barrat

La nostra invenzione finale

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James Barrat

La nostra invenzione finale

304 pagine

Prima edizione gennaio 2019
Traduzione dall'inglese di Daniela Pezzella e Monica Pezzella

In copertina: illustrazioni di Giovanna Mathis

ISBN: 9788865946428

In appena un decennio, sulla spinta di una spasmodica ricerca di tecnologie sempre più innovative finanziata dai governi e dalle grandi corporazioni, l’intelligenza artificiale potrebbe raggiungere e addirittura superare l’intelligenza umana. Dopo una ricerca quasi ventennale, il noto documentarista americano James Barrat si interroga sugli effetti di un’inversione di supremazia in termini di capacità intellettive, presagendo che un incauto potenziamento dell’intelligenza artificiale potrebbe spingere l’uomo a fare affidamento sulla benevolenza delle macchine per sopravvivere.

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In appena un decennio, sulla spinta di una spasmodica ricerca di tecnologie sempre più innovative finanziata dai governi e dalle grandi corporazioni, l’intelligenza artificiale potrebbe raggiungere e addirittura superare l’intelligenza umana. Dopo una ricerca quasi ventennale, il noto documentarista americano James Barrat si interroga sugli effetti di un’inversione di supremazia in termini di capacità intellettive, presagendo che un incauto potenziamento dell’intelligenza artificiale potrebbe spingere l’uomo a fare affidamento sulla benevolenza delle macchine per sopravvivere.

L’avvento dell’intelligenza artificiale può, a ragione, essere definito il protagonista assoluto dell’inizio del terzo millennio. Creare sistemi artificiali dotati di un livello intellettivo superiore a quello umano è il Santo Graal delle grandi corporazioni e delle agenzie governative internazionali che investono a tal fine cifre esorbitanti. C’è chi prevede ottimisticamente che entro pochi anni l’IA non solo eguaglierà, ma supererà quella umana, dando inizio a una nuova età dell’oro.
Ma c’è anche chi, come James Barrat, è intenzionato a svelare al mondo l’altra faccia della medaglia, finora taciuta per ovvie ragioni, soprattutto economiche, al pubblico. Per farlo, Barrat dà voce al ristretto gruppo di inventori e studiosi che, su basi scientifiche quanto logiche, ravvisano nell’avvento di una superintelligenza l’estinzione del genere umano. E se, una volta raggiunte capacità intellettive superiori a quelle umane, i sistemi artificiali fossero in grado di sopravvivere senza l’aiuto dell’uomo? Per la prima volta nella storia, l’uomo si troverebbe a competere con un rivale più astuto, più potente e più imprevedibile di quanto avesse immaginato. Prima che si scateni un’esplosione di intelligenza improvvisa quanto incontrollabile, occorrerà sviluppare una scienza che ci aiuti a comprendere sistemi complessi ancora in parte indecifrabili, per evitare il rischio di ‘dare vita’ a una macchina che ci porterà alla rovina.

Quest’opera è presente nella lista dei quindici libri che tutti dovrebbero leggere secondo Bill Gates, Jeff Bezos e Elon Musk.

Un libro incisivo sul tema più importante del secolo, e del futuro: il dilemma sulla sopravvivenza della nostra specie. Speravo che si trattasse solo di fantascienza ma so che non è così”.

Jaan Tallinn, cofondatore di Skype

James Barrat è uno dei cinque uomini davvero geniali convinti che l’intelligenza artificiale potrebbe scatenare l’Apocalisse”.

Time

James Barrat

James Barrat (1960) è scrittore, regista e produttore di documentari per National Geographic Channel, Discovery Channel, la Pbs e la Bbc. Inizialmente inebriato dal potenziale e dalle promesse dell’intelligenza artificiale, viene poi contagiato da un inquietante scetticismo riguardo al futuro roseo prospettato dai cacciatori di Asi (superintelligenza artificiale, ossia superiore a quella dell’uomo). Barrat si dedica anima e corpo a una ricerca quasi ventennale e decide di ascoltare e indagare a fondo le ragioni di entrambe le parti: i promotori dell’Asi e i loro oppositori. Dal 2013, La nostra invenzione finale è considerata una delle opere più influenti nell’ambito dell’intelligenza artificiale.