Un foglio di carta, il pennino che stridendo lascia una traccia scura, la candela che si consuma. La scrittura epistolare è una passione (e un’ossessione) da quando l’uomo ha inventato l’alfabeto. Un’ossessione di cui le lettere d’amore sono il cuore e il motore: Sibilla Aleramo ne scriveva di lunghe fino a 150 pagine, l’epistolario di Voltaire ne conta più di 20.000, quello di Proust comprende addirittura 19 volumi.
La sindrome di Eloisa non è un saggio o un’antologia ma il racconto di questo genere letterario che si dipana nel tempo attraverso una mole impressionante di documenti, citazioni, aneddoti e brani delle più suggestive lettere d’amore.
Da san Paolo a Freud, da Orazio a Byron, da Pasternak ad Anaïs Nin, Kafka, Pessoa, Virginia Woolf, fino a Moravia, Saba e Pasolini: uno sterminato corteo scrivente passa attraverso la lente d’ingrandimento di Gianna Sarra, colto in un momento intimo e spietatamente rivelatore di grandi passioni come di vertiginose bassezze: la scrittura epistolare.