La Grande spedizione del Nord è stata la spedizione scientifica più ambiziosa e ben finanziata della storia. È durata quasi dieci anni, ha abbracciato tre continenti e le sue scoperte geografiche, cartografiche e di storia naturale sono alla pari con i viaggi di James Cook, o le circumnavigazioni scientifiche di Alessandro Malaspina e Louis-Antoine de Bougainville.
Concepita da Pietro il Grande negli anni Trenta del Settecento e guidata dall’ufficiale di Marina Vitus Bering, l’impresa ha coinvolto un corteo di quasi tremila scienziati, segretari, interpreti, artisti, geometri, ufficiali di Marina, marinai, soldati e operai, che hanno dovuto attraversare ottomila chilometri di foreste senza strade, paludi e tundra, insieme ad attrezzature, provviste, biblioteche e strumenti scientifici, oltre al clavicordo appartenente alla moglie di Bering, Anna. Gli obiettivi scientifici includevano lo studio di flora, fauna e minerali, nonché la verifica di ipotesi stravaganti sui popoli siberiani. Dopo che la spedizione raggiunse la costa orientale dell’Asia, Bering supervisionò la costruzione di due navi, la San Pietro e la San Paolo, e salpò per l’America con centocinquanta uomini, tra cui il naturalista e chirurgo tedesco Georg Steller. Con risultati molto diversi per le due navi.
Un’incredibile storia d’avventura, di vita vera, un grande racconto di animosità personali e culturali, orrori gotici inimmaginabili e ingegnosità di fronte alle avversità.