Malacrianza è tutto quello che il mondo adulto respinge, condanna o sfrutta del mondo dell’infanzia. È come la memoria tradita della propria infanzia, come una favola nera che tutto avvolge e riscrive. È il bambino che si mette le dita nel naso, la bambina che allegramente ruba o quella che tristemente si prostituisce, i ragazzini violenti che in Sud America si difendono dal potere violento che li usa, i bambini che esercitano l’arte di arrangiarsi in qualche paese dell’Est o nel mondo arabo, è una leggenda indiana e una nuova vita che verrà. Malacrianza mette in fila vicende ‘esemplari’ di sopraffazioni e di piccole solidarietà, di soprusi e di sogni disposti a tutto per potersi avverare. Un viaggio nell’infanzia in varie parti del mondo con i bambini che vivono nelle fogne, quelli di strada, delle favelas, il commercio e la prostituzione infantile…
Un viaggio circolare, un racconto senza falsi pudori, senza retorica e ipocrisie, capace di addentrarsi fin nei recessi profondi e nascosti dell’offesa più intollerabile, quella verso i più deboli e indifesi. Un caleidoscopio di storie che, intrecciandosi una nell’altra, danno vita a un’unica storia dell’infanzia tradita. A un affresco in cui non mancano mai l’umanità e perfino l’ironia e dove c’è sempre la freschezza di uno sguardo innocente. Una spericolata, emozionante avventura linguistica in cui l’autore passando dalla terza alla prima persona, riesce a dar voce credibile a bambini perennemente costretti a difendere il proprio futuro. A dar vita a personaggi destinati a interrogare la nostra distratta convivenza sociale.
Greco è senza dubbio uno dei migliori scrittori degli ultimi anni”.
Andrea Camilleri
Lo straordinario esordio di Giovanni Greco inanella tanti quadri, che spericolatamente si succedono e a volte vengono ripresi o s’intrecciano, sicché alla fine diventano storie con un finale incendiario”.
Daria Galateria, la Repubblica
Un urlo davanti a un universo dickensiano aggiornato all’oggi”.
Michele De Mieri, Il Sole 24 Ore
Una sfida ai limiti dell’estetico”.
Daniele Giglioli, Corriere della Sera
Originale, duro e poetico”.
Chicca Gagliardo, Glamour
Un puzzle dell’orrore che colpisce allo stomaco” .
Claudia Spadoni, Marie Claire