Elisabetta Montaldo
Il costume delle procidane
Elisabetta Montaldo
Il costume delle procidane
68 pagine
Prima edizione maggio 2022
ISBN: 9788865949122
La storia di un abito che si identifica nella storia di Procida narrata dalle sue donne. Un racconto che prende le mosse dalla cultura marinara, da un’isola che è stata porta d’Oriente, ma anche isola-porto aperta al mondo. Una storia che si snoda fra sete e preziosi filati d’oro, a testimonianza della ricchezza che viene dal mare.
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La storia di un abito che si identifica nella storia di Procida narrata dalle sue donne. Un racconto che prende le mosse dalla cultura marinara, da un’isola che è stata porta d’Oriente, ma anche isola-porto aperta al mondo. Una storia che si snoda fra sete e preziosi filati d’oro, a testimonianza della ricchezza che viene dal mare.
Questo libro racconta, con scritti e immagini, una storia singolare, probabilmente unica nelle ricerche sui costumi popolari italiani. Del resto, il costume procidano si sfoglia come un libro di sete e decori e costituisce la documentazione più completa di una storia marinara che affonda nelle civiltà pre-fenicie di tremila anni fa, fin dall’abbigliamento delle sacerdotesse cretesi, e prosegue con il Medioevo islamico che usava l’oro africano come moneta corrente.
Non tutti sanno che l’oro veniva filato per decorare gli abiti delle alte gerarchie ecclesiastiche, militari e di stato in tante manifatture del Mediterraneo per poi produrre il ‘rakam’, il prezioso manufatto di origine orientale che decorava con il ricamo in oro, filato a Procida dalle sterline dei noli marittimi fino all’Ottocento, l’abito di rigoroso taglio orientale indossato dalle donne di Procida.
Anche le sete sgargianti che lo compongono vengono da lontano, dall’India, dalla Cina, recate dai marinai/armatori/mercanti per celebrare il ruolo carismatico delle donne che in loro assenza gestivano l’isola in tutte le sue necessità, talvolta prendendo anche il timone delle navi e le trattative sui noli. La sua conformazione geografica e la posizione strategica hanno sempre destinato Procida a costituire porto, darsena, cantiere ed emporio dove si sono incontrate religioni, lingue e culture attraverso un mare che non l’ha mai isolata, ma al contrario l’ha aperta al mondo.