• John O'Hara

    Elizabeth Appleton

    pp. 352 Prima edizione novembre 2021

    Traduzione di Nicola Manuppelli
    In copertina: © 2013 Elisabeth Ansley

    ISBN:


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    La storia di una donna e di una società. Elizabeth Appleton e il mondo dei campus americani, una cerchia a parte, con gelosie, pettegolezzi, rivalità. Nata Webster, Elizabeth proviene da una famiglia dell’alta società newyorkese, abituata alla ricchezza, alla mondanità, a una certa frivolezza. Quando decide di sposare John Appleton, destinato a diventare professore di storia in un piccolo college della Pennsylvania, la sua vita cambia radicalmente. Elizabeth deve imparare a rinunciare ai domestici, alle feste, a un guardaroba degno di una signora di città. Anno dopo anno, il suo impegno per trasformarsi nella perfetta moglie di un intellettuale di provincia paga, e all’esterno la loro unione appare ideale: un uomo con una luminosa carriera accademica davanti a sé, una donna devota e ammirata, due figli, un amore senza incrinature. Ma sotto la superficie di questo impeccabile ritratto si agitano forze che minano la stabilità: la noia, il desiderio, l’attrazione esercitata dai fasti del passato.
    Muovendosi tra gli anni Trenta e Cinquanta del secolo scorso, O’Hara costruisce un mirabile congegno a orologeria, racconta un matrimonio e l’inconciliabilità di due mondi – il compromesso impossibile narrato anche da Fitzgerald – attraverso il sapiente uso dei dialoghi e una formidabile galleria di personaggi.

    Ai suoi occhi e alle sue orecchie non è stato risparmiato nulla, ma O’Hara ha conservato nel cuore una singolare e amara compassione”.

    Dorothy Parker

    O’Hara ha oltrepassato la nostra capacità di apprezzamento; ma forse adesso possiamo tornare ad accomodarci e rimanere incantati da lui”.

    John Updike

     

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  • John O'Hara

    Autore di romanzi divenuti dei classici, come Appuntamento a Samarra, Venere in visone e Un pugno di polvere, maestro della short story, John O’Hara (1905-1970) è stato uno dei più importanti scrittori statunitensi della sua generazione e non solo. La sua fama è stata in parte offuscata dalla sua incontrollata superbia e dal carattere rissoso, che ancora oggi gli valgono qualche avversione, ma i suoi libri restano in gran parte memorabili. Ernest Hemingway lo ammirava, E.L. Doctorow lo paragonò a Balzac, Fran Lebowitz ha dichiarato: “Per me O’Hara è il vero Fitzgerald”. Ha raccontato la società del suo tempo, le differenze di classe, il rapporto dell’America con sesso e alcol, come solo John Cheever, Richard Yates e pochi altri hanno saputo fare.