Shen Congwen

Il vecchio e il nuovo

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Shen Congwen

Il vecchio e il nuovo

258 pagine

Prima edizione settembre 2004

ISBN: 9788888389257

La Cina lontana degli anni Trenta del Novecento il conflitto fra tradizione e modernizzazione tra vecchio e nuovo. La prima antologia italiana di racconti di Shen Congwen scrittore cinese che ha pagato con l’isolamento la propria opposizione ai nazionalisti di Chiang Kai-shek prima e ai comunisti di Mao Zedong poi più volte candidato negli anni Ottanta al premio Nobel per la Letteratura.

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La Cina lontana degli anni Trenta del Novecento il conflitto fra tradizione e modernizzazione tra vecchio e nuovo. La prima antologia italiana di racconti di Shen Congwen scrittore cinese che ha pagato con l’isolamento la propria opposizione ai nazionalisti di Chiang Kai-shek prima e ai comunisti di Mao Zedong poi più volte candidato negli anni Ottanta al premio Nobel per la Letteratura.

Dieci racconti cinesi da cui emana una luce calda e chiara. Dieci piccoli capolavori per immergersi in altri ritmi e in un altro modo di guardare il mondo e la vita. La Cina lontana degli anni Trenta del secolo scorso il conflitto fra tradizione e modernizzazione tra ‘vecchio e nuovo’ appunto. Una natura dolce e gioiosa che si accorda con la profonda serietà di coloro che conducono in pace i propri amori e i propri affari un modo di concepire e vivere la sessualità del tutto sconosciuto a noi che non possiamo non dirci cristiani.
Sullo sfondo i nazionalisti i comunisti i signori della guerra. Dieci racconti morali in cui è inutile cercare condanne se non quella contro la stupidità della violenza.

 

Shen Congwen

Shen Congwen è nato nel 1902 a Fenghang, una cittadina dell'Hunan occidentale, regione cinese di 'frontiera', popolata in parte da minoranze etniche. Dapprima soldato, secondo la tradizione militare, troppo pacifista per rimanerlo (fu testimone di settecento esecuzioni capitali) divenne scrittore e fu contrario sia ai nazionalisti di Chiang Kai-shek sia ai comunisti di Mao Zedong. Quando i comunisti presero il potere, nel 1949, tentò il suicidio e le sue opere furono bandite a Pechino come a Taipei. Trovò lavoro in un museo di arte tradizionale, ma all'avvento della rivoluzione culturale fu costretto a pulire latrine. Solo le aperture seguite alla morte di Mao lo riportarono in auge. Sempre apprezzato in Europa dagli addetti ai lavori, quasi del tutto inedito in Italia, ha influenzato molti scrittori cinesi contemporanei che al suo stile si ispirano. Più volte candidato al premio Nobel per la Letteratura negli anni Ottanta, è morto a Pechino nel 1988.