Hilma Wolitzer
La figlia del dottore
Hilma Wolitzer
La figlia del dottore
296 pagine
Prima edizione maggio 2008
Traduzione dall'inglese di Elvira Grassi e Rossella Messineo
ISBN: 9788888389974
Presente, passato, ambizione e fallimento. Il ritratto di una donna lacerata e al contempo risoluta e fragile. Un libro densissimo su scrittura e terapia. Accolto dal New York Times come il “ritorno trionfale” alla scrittura della newyorchese Hilma Wolitzer.
Original price was: €16,00.€15,20Current price is: €15,20.
La vita di Alice Brill è in bilico. Cinquantuno anni, editor free lance e scrittrice mancata, è stretta dai sensi di colpa e da indecifrabili echi del passato. Il padre, un rispettato primario di chirurgia ormai in pensione, è ricoverato in una casa di cura; la madre, una poetessa all’ombra del marito, è morta di cancro quando Alice era ventenne. Turbata da una strana sensazione e da un dolore al petto, Alice mette in discussione tutta la sua vita, e in particolare il rapporto con il marito Everett. A far precipitare la situazione contribuisce la sua adolescenziale relazione amorosa con Michael Doyle, un giovane e promettente scrittore di provincia a cui Alice sta editando il romanzo, e il ritrovamento di una poesia mai pubblicata e di alcune vecchie e ambigue lettere che la madre e il suo editor si erano scambiati per anni. Alice, da provetta detective dell’anima, prova a districarsi in un guazzabuglio di visioni e reminescenze del passato e a fare luce sul mistero che ha turbato la sua infanzia. Uno shock del riconoscimento distillato a piccole dosi.
Con uno stile limpido e chirurgico, Hilma Wolitzer fa muovere la protagonista tra presente e passato, tra ambizione e fallimento, e tratteggia il ritratto universale di una donna lacerata, e al contempo risoluta e fragile, che sottomette la passione al talento.
Un libro densissimo su scrittura e terapia.
Il premio Pulitzer Michael Cunningham ha paragonato la scrittrice a Virginia Woolf e a Grace Paley perché tutte e tre “parlano di donne con profondità e rispetto” e ha esaltato la sua “capacità di rendere speciale ciò che è ordinario”.