Mario Tronti

Il popolo perduto

Mario Tronti

Il popolo perduto

144 pagine

Prima edizione febbraio 2019

In copertina: Franco Angeli, 'Corteo', 1968

ISBN: 9788865946435

Quali gli errori del passato e quali le prospettive per il futuro? Il padre dell’operaismo, Mario Tronti, analizza le ragioni che hanno portato la sinistra a perdere buona parte del suo popolo. Riflette su cosa sarebbe necessario – tornando a parlare di lavoro, di bisogni, di sicurezza, di stato sociale – per restituire senso, riconoscibilità e forza alla parola sinistra. Sottolinea l’importanza della ‘libertà di pensare’, in un tempo in cui l’individualismo dominante, la personalizzazione, l’epidemia dell’antipolitica, la politica come evento mediatico e il peso della finanza globale rischiano di rendere ‘falsa’ la democrazia.

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Quali gli errori del passato e quali le prospettive per il futuro? Il padre dell’operaismo, Mario Tronti, analizza le ragioni che hanno portato la sinistra a perdere buona parte del suo popolo. Riflette su cosa sarebbe necessario – tornando a parlare di lavoro, di bisogni, di sicurezza, di stato sociale – per restituire senso, riconoscibilità e forza alla parola sinistra. Sottolinea l’importanza della ‘libertà di pensare’, in un tempo in cui l’individualismo dominante, la personalizzazione, l’epidemia dell’antipolitica, la politica come evento mediatico e il peso della finanza globale rischiano di rendere ‘falsa’ la democrazia.

Mario Tronti, filosofo e politico, tra i più illustri teorici dell’operaismo, padre dell’autonomia del politico, si sofferma in questo libro-intervista, insieme al giornalista Andrea Bianchi, sulla deriva e sui fallimenti della sinistra, non solo italiana, e su come riprendere il cammino in un mondo radicalmente diverso rispetto a quello del Novecento.
Sul banco degli imputati, la cosiddetta sinistra nel suo complesso, con un particolare carico di responsabilità assegnato a quella di derivazione comunista. La sinistra che in questi ultimi decenni si è interessata quasi esclusivamente di diritti e ha trascurato i bisogni: lavoro, sicurezza, stato sociale, redditi perduti… Quante volte si nomina la parola cittadini e quante la parola lavoratori? In questa sproporzione c’è la distorsione della realtà. E ancora: quante mobilitazioni di piazza si sono fatte su rivendicazioni umanitarie e quante sul flagello delle morti sul lavoro? La scarsa attenzione a domande di questo tipo ha provocato la perdita di milioni di voti e, fatto ancora più grave, il rischio di estinzione di un intero popolo.
Per ricominciare a camminare va combattuto il virus dell’antipolitica iniettato ad arte dall’alto nelle vene dove scorre il basso del sociale, occorre rovesciare la gerarchia tra il civile e il sociale, mandare in soffitta il pensiero debole che ha prodotto il fallimento democratico-progressista. E soprattutto non credere che sia vera la falsa notizia che non c’è più lo sfruttamento del lavoro.

Mario Tronti

Mario Tronti, filosofo e politico, è stato tra i fondatori dell’operaismo italiano negli anni Sessanta, poi docente all’Università di Siena, dirigente del Partito comunista, senatore per due legislature, presidente del Centro per la Riforma dello Stato dal 2004 al 2014. Fra le sue opere più note: Operai e capitale (1966), Sull’autonomia del politico (1977), Con le spalle al futuro (1992), La politica al tramonto (1998), Dello spirito libero (2015), Il demone della politica. Antologia di scritti 1958-2015 (2017).