Eugenio Akron, architetto triestino, arriva su una sperduta isola nordica per assistere all’eclissi totale di Sole, attesa per il giorno dell’equinozio di primavera. È quello che considera il suo ultimo viaggio, un regalo di compleanno anticipato per i suoi settant’anni, un’estrema emozione strappata alla quotidianità . Ad accoglierlo è la natura ruvida di un popolo abituato a convivere con la scura solennità delle rocce e la vastità dell’oceano: una donna austera gli affitta una camera, un arcigno pescatore gli offre la sua barca per osservare l’eclissi dal mare.
Tuttavia, tra i forestieri accorsi per l’evento, Akron s’imbatte in un’eccentrica vedova americana, Mrs Clara Wilson, che gli impone, con garbata energia, la sua presenza. L’inattesa complicità che si instaura fra i due fa riaffiorare nella memoria dell’uomo un ricordo del passato, un nodo irrisolto che troverà soluzione soltanto fra le tenebre dell’eclissi.
A trent’anni dal suo esordio – Il Pantarèi, metaromanzo sul romanzo del Novecento, uscì per una piccola casa editrice dopo aver collezionato molti rifiuti ma anche l’elogio di lettori come Vittorio Sereni, Giovanna Bemporad e Giuliano Gramigna – Ezio Sinigaglia torna alla narrativa con un racconto potente e suggestivo, caratterizzato da una scrittura magnetica, ironica, di rara perfezione formale.
Marco Cantoni –
Il protagonista di Eclissi, Eugenio Akron, alla soglia dei settanta decide di intraprendere un viaggio per una sperduta isola nordica con l’obiettivo di osservare un’eclissi totale di Sole. Un fenomeno naturale tanto affasciante quanto legato a dei ricordi particolarmente dolorosi dell’uomo. E sarà proprio l’incontro con una anziana donna, Mrs Wilson, a far riemergere dalle paludi della memoria di Akron un nodo irrisolto, un senso di colpa ingigantito dal tempo e dal silenzio.
Dell’estrema bravura di Sinigaglia vi ho già parlato nella post-recensione de Il Pantarei, questo Eclissi invece è un romanzo breve di straordinaria potenza e mirabile compiutezza. Perché lo stile dell’autore, labirintico e deliziosamente ricco, si sposa alla perfezione con la vicenda di Akron. Un uomo solo che cerca in tutti i modi di liberarsi da un peso che lo immobilizza. Un architetto triestino alle prese con la fredda ospitalità degli isolani e gentilmente assillato dalle premure di questa donna che insospettabilmente lo aiuterà non poco. Le loro interazioni all’interno del romanzo sono gestite con un espediente divertente e funzionale: ai fini di allenarsi vicendevolmente con una lingua non loro il protagonista si rivolge alla donna nel suo inglese arrugginito e la signora risponde allo stesso con uno stentato italiano. Questo dona un ritmo inconsueto ai dialoghi tra i due.
Sinigaglia, come nel suo lavoro precedente, riesce a inserire e a rende fondamentale la tematica della bisessualità dell’amore umano, un concetto meravigliosamente gestito e portato avanti con grande eleganza. E che rende chiare e reali le emozioni provate da Akron.
Un autore che sono felicissimo di aver scoperto perché tra i più originali e stimolanti del panorama italiano contemporaneo.