Margaret Laurence
I rabdomanti
Margaret Laurence
I rabdomanti
528 pagine
Prima edizione novembre 2012
Traduzione dall'inglese di Chiara Vatteroni
In copertina: © Novella Oliana, 'A casa'
ISBN: 9788865941812
Lo straordinario testamento letterario di una delle voci più celebrate del Canada maestra di Margaret Atwood Alice Munro e Mavis Gallant. Il viaggio a ritroso nel tempo di una donna scrittrice di successo alla ricerca della verità racchiusa nella memoria. Un profondo ritratto femminile amato dal pubblico celebrato dalla critica considerato un classico della letteratura canadese.
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Morag Gunn è una scrittrice affermata, quarantasette anni e cinque romanzi. Vive in una casa di campagna affacciata sul fiume: il vento che soffia in direzione opposta alla corrente è l’immagine del potere della memoria. Nell’attesa impaziente di notizie della figlia, partita per l’Ovest alla ricerca di sé, Morag si abbandona al vortice dei ricordi, raduna i frammenti di una vita – la sua vita – che si succedono come spezzoni di un film: desideri, dolori, incontri, conflitti, passioni. L’infanzia difficile, bambina orfana cresciuta in una famiglia umile della provincia; il desiderio di fuga, l’università. Poi l’amore, l’uomo sposato – il professore più grande di lei, la bella casa di città – e l’altro, il mezzosangue, il cantastorie, la sfida di Morag alle convenzioni. E infine la scrittura, quella rabdomantica ricerca del succo racchiuso dentro la scorza, accesso privilegiato al senso segreto delle cose.
Pochi hanno saputo descrivere come Margaret Laurence la condizione femminile, con ruvido rigore e tensione emotiva, scavando a più riprese nei recessi dell’autobiografia. I rabdomanti, ultimo romanzo dell’autrice canadese, quello in cui più emerge il sodalizio tra vita e letteratura, ci consegna un personaggio indimenticabile, la storia di una donna battagliera e orgogliosa, e del suo difficile percorso di autodeterminazione.
Sontuosa la trama, meravigliosa la scrittura. Un libro poetico e vigoroso, con una delle protagoniste femminili più realistiche e ricche di umanità della narrativa contemporanea”.
The New Yorker