Una storia di crepe e sgretolamenti, fra le aspettative, le menzogne, le ansie, la rabbia e l’affetto di cinque membri di una famiglia alle prese con la desolante problematicità del figlio maggiore. Lui – l’apatico trentottenne Romain devastato fin dall’adolescenza dall’alcolismo – è il grande assente, l’unico di cui alla fine ignoreremo il reale vissuto in questo gruppo famigliare colto nei giorni convulsi dell’arrivo dell’ultima nata di casa. Il lieto evento è funestato dalla notizia che Romain ha perso quel posto di lavoro su cui tutti avevano fatto tanto affidamento.
Uno per volta, seguiamo i membri della famiglia, ognuno alle prese con difficoltà e sofferenze coltivate all’ombra di quell’ingombrante pena famigliare, ognuno con le proprie convinzioni e ricette per Romain, che riappare come un fantasma in fuga. Del resto, il mansueto e amabile Romain è in fuga da sempre; così come da sempre accetta, e nel contempo rifiuta, qualunque cosa dalla sua famiglia.
Sarà Lou, la neomamma, l’elemento più lucido e razionale, a esprimere l’amara constatazione finale: per aiutare Romain, “non avremmo dovuto avere una vita”.