Max Aub
Gennaio senza nome
Max Aub
Gennaio senza nome
192 pagine
Prima edizione gennaio 2017
Traduzione dallo spagnolo di Eugenio Maggi
In copertina: Manoscritto autografo di 'Dei benefici delle guerre civili'
ISBN: 9788865944905
La prima antologia italiana di racconti di Max Aub. La violenza della guerra civile, la disumana esperienza dei campi d’internamento e il dramma dell’esilio dei profughi repubblicani nelle prose straordinarie di uno dei maggiori esponenti della letteratura spagnola del Novecento.
€9,99 – €16,15
Gennaio senza nome è la prima antologia italiana di racconti di Max Aub, una delle voci più prolifiche e originali della diaspora repubblicana spagnola.
Nel limbo del suo esilio messicano, Aub dedicò buona parte dei propri sforzi di narratore alla costruzione di una memoria collettiva prima annichilita o dispersa dal pugno di ferro di Francisco Franco, poi silenziata dalla pavidità o dall’indifferenza delle democrazie occidentali: quella degli antifascisti spagnoli e degli indésirables europei rinchiusi negli inumani campi di concentramento francesi.
Nelle otto storie raccolte in questo volume, Aub narra il dramma degli esuli repubblicani, vittime della lotta tra totalitarismi di destra e di sinistra, isolati e definitivamente dimenticati dalla loro terra d’origine, e rievoca l’infernale universo concentrazionario che lui stesso visse in prima persona tra il 1940 e il 1942, a Vernet, in Francia, e poi a Djelfa, in Algeria.
La cruda registrazione degli eventi storici si alterna ad amare epifanie surreali, come la cronaca dell’esodo dei profughi verso il confine francese nel gennaio del 1939, affidata alla prospettiva straniante di un albero, o il racconto immaginario in cui il Cordobés, il matador mito delle folle negli anni Sessanta, spodesta Franco e viene repentinamente eletto a capopopolo dei repubblicani.
La letteratura, a differenza della vita, non ha passati obbligatori. Durante il franchismo, si voleva scegliere un passato diverso da quello fabbricato dalla cultura del regime, e lo si cercava a tentoni, e si sceglievano per caso o per istinto nomi proscritti in cui riconoscersi. Uno cerca maestri, ma anche eroi, eroi civili e intimi della parola scritta, che lo elevano e lo accompagnano, che gli offrono coraggio nella ribellione e conforto nella malinconia. Io ho avuto la fortuna d’imbattermi subito in Max Aub”.
Antonio Muñoz Molina
(Discorso d’ingresso alla Real Academia Española, 1996)
Edizione a cura di Eugenio Maggi, ricercatore all’Università di Bologna, dove insegna letteratura, lingua e storia della cultura spagnola. Ha tradotto le prose di Antonio Machado raccolte nel volume dei “Meridiani” Mondadori (2010) e ha partecipato alla nuova traduzione del Don Chisciotte, a cura di Patrizia Botta (Mucchi Editore, 2015).
Ne parlano
Alias
Francesca Lazzarato
Dal genio di Max Aub una burla colossale
Giornale di Puglia
Francesco Greco
Max Aub e le miserie di tutte le tirannie
Criticaletteraria
Stefano Crivelli
Max Aub, “Gennaio senza nome”
Alfabeta2
Matteo Moca
Max Aub, gli alberi hanno memoria
Cattedrale
Giuliana Riccio
Gennaio senza nome. Max Aub.
Mangialibri
Gennaio senza nome
Il Sole 24 ore
Giorgio Fontana
Voce dello sradicamento
La tartaruga equestre
Da leggere: Max Aub
Poetarum Silva
Gianni Montieri
Una frase lunga un libro #97: Max Aub, Gennaio senza nome