Francesco Permunian
La Casa del Sollievo Mentale
Francesco Permunian
La Casa del Sollievo Mentale
176 pagine
Prima edizione ottobre 2011
In copertina: Ana Kapor, 'Piazza del Castello', 60x70, olio su tela, 1993
ISBN: 9788865940990
Una provincia malvagia e corrotta bugiarda e disfatta una discesa nell’inferno della nostra cattiva coscienza in una favola con un finale degno della poesia e della tragedia dei Fratelli Chapman. Un regesto di casi umani che sembra partorito dalla fantasia bislacca del demone stesso del riso e dell’irriverenza. L’atteso nuovo romanzo dell’ autore di Cronaca di un servo felice.
€6,99 – €14,44
È un bibliotecario del lago di Garda il protagonista di La Casa del Sollievo Mentale, un’opera esilarante e grottesca, divertente e blasfema, dolce e terribile, con scene autenticamente hard e noir: sesso di vecchie signore con animali, pie dame che si prostituiscono a fin di bene, balli notturni con bambole di gomma, una zia che parla con la Madonna, marchettari necrofori e ballerine alcolizzate. E poi, orribili segreti familiari nascosti tra le mura di un manicomio di provincia: la Casa del Sollievo Mentale. Storie che rotolano insieme verso un finale cupo nel buio di una soffitta abitata da un vecchio criminale nazista e dalle ombre delle sue vittime.
Ma oltre questa sarabanda di fatti più o meno turpi, di personaggi più o meno inetti e spregevoli – medici, confessori, militari, falegnami, donne di carità – si sente scorrere in profondità per tutto il libro – come un vento sotterraneo e infernale – la nostalgia potente per un mondo perduto, per una ‘beltà’ svanita. Nostalgia usata come un’arma che apre, scalza, mette a nudo tic e manie del nostro basso impero.
Una scrittura, quella di Permunian, che conosce tutti i registri del grottesco e del farsesco, riuscendo attraverso la sua vena surreale a gettare uno sguardo acuminato sulla realtà e sull’attualità svelandone gli aspetti più incredibili e corrotti. Cresciuto al disincanto di una certa cultura veneta, Comisso e Parise, l’autore felicemente ancor più si accompagna a quegli autori dell’Est europeo che hanno popolato le nostre fantasie e sogni più bizzarri: da Schulz a Gombrowicz fino al grande Gogol.
Storia buffa e struggente, feroce e crudele, come a suo tempo aveva già intuito Luca Doninelli che scrisse dell’autore: “Permunian appartiene alla schiva tradizione degli scrittori crudeli per obbligo”.
Quanto appare distante dai vezzi della narrativa italiana di oggi, questo autore! Vicino se mai agli estri fantastici di una certa cultura veneta (Comisso, Parise, Berto) e ancor più ad autori dell’Est. Gli illustri bizzarri, i manipolatori di sogni, i maniacali: Gogol, Schulz, Gombrowicz. Semplici corrispondenze? O affinità di gusto? O qualcosa è dovuto anche al mestiere di bibliotecario di Francesco Permunian?”.
Giovanni Pacchiano, Corriere della Sera
Uno stile narrativo che oscilla dal grottesco al farsesco ma fabuloso, cioè con l’esito per cui, quanto più la situazione narrata è surreale, tanto più illumina una realtà che è socialmente riconoscibile”.
Maria Corti
Permunian ha una dote assai rara e poco frequente nei narratori italiani, quella di guardare la realtà con distacco fin anche cinico, tanto da permettergli di usare una scrittura tagliente che privilegia il grottesco e le situazioni al limite”.
Fulvio Panzeri, Avvenire