È il 1944, l’America è impegnata nella guerra in Europa e nel Pacifico, il cibo, la benzina e le sigarette sono razionati, la gente commenta le notizie che provengono dal fronte, ma allo stesso tempo sogna con i film di Veronica Lake e Alan Ladd e si esalta assistendo alle partite di baseball che continuano a scandire il ritmo della vita.
A Cleveland, un bambino di nove anni di nome Morris Bird III si interroga sull’amore e l’amicizia, sull’onore e il coraggio. Quel coraggio che torna spesso nelle parole di sua nonna e nei discorsi della sua insegnante, la signora Dallas. Che cosa significa avere coraggio? E cosa può fare un ragazzino come lui per dimostrarsi all’altezza di figure come il presidente Roosevelt, o come Ulysses S. Grant, il vecchio generale della Guerra Civile di cui ha studiato le gesta a scuola, o persino di Hank Moore, quel ragazzo di tre anni più grande che si allena ogni sera per diventare un campione di baseball?
Così, quando il suo amico Stanley Chaloupka lascia il quartiere per trasferirsi più a nord, vicino al lago, Morris Bird III prende la sua decisione: andrà a trovarlo, da solo, senza dire niente ai genitori e alla nonna. In un venerdì di ottobre, parte a piedi per il suo viaggio: sono poche miglia attraverso la città, ma si trasformeranno in una traversata epica, e in una giornata impossibile da dimenticare.
Un libro da mettere sullo stesso scaffale del Giovane Holden”.
Stephen King
Don Robertson è una delle riscoperte letterarie più importanti degli ultimi anni”.
Luca Briasco
Lo abbiamo conosciuto con L’uomo autentico, L’ultima stagione, e soprattutto con l’infinito Paradise Falls, ne siamo sempre usciti con una visione dell’umanità quasi stravolta, il suo condurci tra gli alti e bassi, le risate e i pianti, ci ha trasportato incandescente con sé, la sua capacità inventiva ci ha travolto”.
Susanna Nirenstein
Armando –
Come è possibile che uno scrittore come Robertson sia stato dimenticato? I suoi libri sono unici. Nel più grande spettacolo del mondo, Don riesce ad entrare nella testa di un bambino rendendo tutto credibile e il tema del tempo che scorre e del coraggio, sempre ricorrenti nei suoi romanzi, sono i pilastri del libro. Ho particolarmente adorato le scene di vita quotidiana e i conflitti interiori dei personaggi. Solo Don ci riesce. E Stephen King, secondo me, si è ispirato tanto al suo stile. La parte giornalistica è da premio Pulitzer. Leggete, leggete Robertson perché è il più grande spettacolo del mondo!
nutrimenti –
Ciao Armando, grazie per la bella recensione. Siamo orgogliosi di aver contribuito alla riscoperta di un grande autore americano come Don Robertson e felici di avere lettori attenti, come te, che salutano con entusiasmo ogni nuova uscita.