Gli uomini semplici, appartati nei recessi della storia, sono talvolta i cercatori più attenti, assidui osservatori delle leggi che governano il mondo. A questa stirpe appartiene il postino di Girifalco, uomo schivo e solitario, dedito a registrare, in forma di coincidenze, le epifanie del Caso, che a lui ha negato i cuntentìzzi dell’amore, offrendogli in cambio il dono di imitare le grafie altrui.
Un vizio coltiva il postino di Girifalco: apre, legge, ricopia e cataloga le lettere prima di consegnarle, tracciando una geografia privata delle minute vicende paesane. E così un giorno, dal sacco della posta, spunta all’intrasàtta una lettera insolita, senza mittente, chiusa con un sigillo di ceralacca. Una carta d’amore, di quelle preferite dal portalettere, che ha tutta l’aria di nascondere un mistero.
È il 1969, l’americano sta per compiere il primo passo sulla luna, e il postino, moderno Mercurio messaggero degli dei, si prepara alla sua missione: svelare una passione sciagurata e salvare Girifalco dai traffici loschi del sindaco, che vuole vendere il lussureggiante monte Covello per farne una discarica.
Lingua e dialetto si fondono in questo romanzo come l’universale e il particolare, dando forma a una trama ispirata e a un carosello di personaggi indimenticabili. Al suo esordio, Domenico Dara compone un inno alla scrittura e al suo segreto potere di entrare nei percorsi del destino.
Una storia costruita ingegnosamente e di forte suggestione, degna di una novella di Pirandello”.
Ernesto Ferrero
Una dizione di sciolta levità, tra suggestive rimembranze verghiane e del Saramago di Tutti i nomi”.
Ermanno Paccagnini, Corriere della Sera
Una poetica storia di vicende private e collettive, un elogio al potere della scrittura”.
Marzia Fontana, il venerdì di Repubblica
Una trama densa di passioni, di sentimenti, d’amori”.
Giuseppe Ceretti, Il Sole 24 Ore
Francesca –
Opera prima di uno degli scrittori più interessanti degli ultimi tempi, in Italia.
Ambientato a Girifalco (piccolo paesino in provincia di Catanzaro, Calabria) racconta la storia di un postino che, per interesse e vezzo, apre le lettere che arrivano ai suoi concittadini e le legge, ricopiandole a mano e conservandole per sempre. Questa bizzarria porterà il postino a scoprire un’infinità di situazioni che, con assoluta discrezione, terrà per sè e per i suoi desideri incompiuti: un po’ vive grazie alle storie degli altri.
Domenico Dara ha svolto un grande lavoro nello scrivere questo romanzo, le lettere dei migranti sono le più belle e le più commoventi, perché raccontano storie della povera gente, degli ultimi che costantemente combattono per poter sopravvivere.
La trama è ben costruita e possiede una gran quantità di storyline ben gestite dall’autore stesso il quale, grazie all’espediente dello spoglio delle lettere, arriva a trattare temi di natura politica, etica, religiosa; riuscendo a giocare anche con una storia d’amore assolutamente non canonica.
Lo stile di scrittura è particolare, mischia un linguaggio sognante e ben strutturato alle parole più interessanti del dialetto calabrese: un viaggio unico.
“La coincidenza è come una piccola lente d’ingrandimento che chiarisce il groviglio e riporta ordine e significato là dove sembra non ci sia altro che confusione e accidentalità”